Dieta chetogenica: cosa è importante sapere

dieta chetogenica

Ciao a tutti! 

Oggi abbiamo un contenuto davvero speciale per voi: un estratto esclusivo dall’intervista che ho realizzato con Angelica Amodei, pubblicata su Sani e Belli.

Questo articolo offre un approfondimento unico e dettagliato che non troverete altrove.

Continuate a leggere per scoprire i consigli su come implementare efficacemente la dieta chetogenica nel vostro stile di vita e migliorare il vostro benessere!

La dieta Chetogenica si tratta di un regime alimentare in cui vengono fortemente limitati i carboidrati (il 5% delle calorie giornaliere). 

È utile nel caso di diverse patologie e per perdere peso. 

Ma è importante affidarsi sempre a un esperto e mai al fai da te. Benefici, attenzioni e controindicazioni spiegati da un nutrizionista.

Dieta Chetogenica

Se ne parla tanto, spesso viene esaltata, a volte demonizzata. 

Facciamo chiarezza sui reali benefici, sulle indicazioni di questo tipo di regime alimentare e soprattutto di cosa si tratta esattamente. 

Non sono la stessa cosa ed è importante essere sempre seguiti da un esperto. 

Scopriamo anche perché è fortemente sconsigliato il fai da te, perché è importante attenersi alle giuste quantità di alimenti come prescritti dal medico.

facciamo chiarezza sulla dieta chetogenica tanto dibattuta. 

Di cosa si tratta esattamente?

È una dieta le cui calorie derivano circa da: il 70% dai grassi, il 25% dalle proteine e il 5% dai carboidrati. 

Il nostro organismo non avendo più il carburante primario come fonte di energia (glu- cosio/zucchero), utilizza corpi chetonici prodotti dal nostro fegato e ricavati dal tessuto adiposo di riserva come fonte di energia.

Il livello di chetosi nel sangue sopra 0,6 mmol/l è una chetosi fisiologica e dà il nome a questa dieta. 

L’essere umano è fatto per andare in chetosi in caso di carenza di cibo (carboidrati), attività fisica prolungata, digiuno prolungato.

A chi è indicata e a chi è controindicata?

È indicata principalmente per tutte le persone:

  • in sovrappeso,
  • insulino resistenti,
  • diabetici tipo 2,
  • fibromialgia,
  • endometriosi,
  • PCOS (sindrome dell’ovaio policistico),
  • steatosi epatica,
  • emicrania,
  • epilessia,
  • infertilità,
  • malattie autoimmuni,
  • malattie infiammatorie,
  • croniche intestinali (morbo di crohn rettocolite ulcerosa),
  • IBS (sindrome del colon irritabile),
  • dermatiti,
  • artrite reumatoide e psoriasica,
  • spondilite anchilosante,
  • lipedema e linfedema,
  • neuro infiammazione e neuro degenerazione ( Parkinson e Alzheimer),
  • nel caso della sindrome da deficit del trasportatore di glucosio di tipo 1 (deficit di GLUT1), di alcune glicogenosi o del difetto di piruvato deidrogenasi (PHD), in quanto i suoi meccanismi fisiologici portano un netto miglioramento in queste patologie/sindromi.

Non è, invece, indicata in pazienti diabetici tipo 1, pazienti con importanti patologie cardiovascolari o insufficienza renale e/o epatica grave, per l’incompatibilità dei meccanismi fisiologici.

No a donne in gravidanza e allattamento, infanzia e adolescenza (salvo non ci siano patologie in cui è consigliata). 

Inoltre, non è adatta in pazienti con DCA (disturbi del comportamento alimentare) in quanto è molto rigida e porta alla quasi esclusione di un macronutriente: il carboidrato.

Perché in questo tipo di alimentazione è importante farsi seguire da un nutrizionista?

È un regime molto rigido, di difficile approccio soprattut- to per la nostra “cultura me- diterranea”. 

È importante seguire una dieta chetogenica in un contesto più ampio di sane abitudini: 

  • movimento, 
  • idratazione, 
  • integrazione, 
  • conoscenza dei meccanismi fisiologici. 

Sarà fondamentale la fase successiva (post chetogenica) di reintroduzione e bilanciamento di carboidrati che si consiglia come stile di vita (l’alimentazione low carb). 

Inoltre, ci possono essere delle controindicazioni iniziali in quanto il nostro corpo può essere dipendente dagli zuccheri e/o avere difficoltà ad entrare in chetosi (lieve mal di testa, spossatezza): è importante avere un professionista esperto in questo settore per capire se stiamo andando nella giusta direzione o meno. 

Inoltre, ci sono diversi keto coach (persone senza titolo di studio) che consigliano beveroni ed integratori miracolosi che depistano i pazienti da un giusto approccio con il cibo e ad una conoscenza profonda di tale regime.

Quali sono gli errori più comuni in chi segue una dieta chetogenica?

Ricorrere ai pasti sostitutivi: sembra la scorciatoia più breve in realtà è un boomerang con interessi. 

Il paziente perde peso velocemente, spesso massa magra, non riesce ad assimilare nes- sun concetto sui bilancia- menti dei pasti, rimane an- corato a prodotti dolci/artefatti e finite le buste e/o le merendine torna a mangiare come prima riprendendo tutti i chili con gli interessi. 

Altri errori ricorrenti sono la scarsa idratazione, una scorretta integrazione e il sale. 

Sgarri che fanno uscire dallo stato di chetosi. 

È bene anche sottolineare che un eccesso di proteine può portare all’uscita dalla chetosi.

È importante fare delle analisi del sangue?

Io le consiglio a prescindere per tutti i piani alimentari.

Per quanto tempo si può seguire?

Dipende dal paziente. Di norma un mese circa, ma si può arrivare a più di 6 mesi in alcuni casi. 

Va valutato il paziente sempre. Non esistono diete uguali per tutti. 

Come stile di vita non è consigliabile salvo non ci sia una patologia per cui ne valga la pena.

Quali le strategie per mantenere i risultati dopo la dieta? E non riprendere il peso?

Passare ad un regime low carb con pochi carboidrati e ben contestualizzati. 

Un frutto a merenda da solo o dopo un pasto con proteine grassi e verdure dà una risposta glicemica ed insulinemica differente, quindi è fondamentale aver appreso i concetti per mantenere il nuovo stile di vita. 

Abbinare il movimento è fondamentale per avere uno stile di vita salutare, come in tutti i per- corsi del resto!

Quali altri consigli fondamentali?

Ricordarsi che non è un regime magico, ma deve essere contestualizzato in un cambiamento di vita più ampio. 

Certo inizialmente ci può dare una forte motivazione vista la rapida perdita di peso e le sensazioni positive di leggerezza, sgonfiore, concentrazione e lucidità mentale. 

Ma a nulla servirà se pensiamo di fare il compitino circoscritto alle settimane di chetosi. 

Concentrarsi invece sulle sensazioni positive può essere uno stimolo per iniziare ad avere un approccio diverso al cibo e come capita per tanti pazienti anche alla vita!

Affidati a un professionista

Da soli è difficile, ma insieme ce la faremo!